
Secondo capitolo – Un mese ricco di avventure – prima parte
I giorni che seguirono furono veramente intensi, e provai, veramente, tutti i sapori della libertà, quelli buoni e dolci ma, ahimè, anche quelli amari.
Fino ad allora avevo vissuto in una situazione che mi aveva sì limitato nelle esperienze di vita, ma che mi aveva anche protetto da circostanze più difficili, se non addirittura pericolose.
La decisione di assumermi la responsabilità di tutto ciò che mi sarebbe accaduto d’ora in poi mi riempiva di una rinnovata forza e di un amore verso gli altri che non avevo mai provato prima d’allora. Pensavo, dunque, che l’entusiasmo che mi nasceva dentro verso la vita stessa fosse una sensazione condivisibile con gli altri esseri viventi di questo pianeta.
Con la mia ingenuità, dovuta alla scarsa esperienza, mi trovai di fronte a circostanze senza adottare la necessaria prudenza per evitare guai e, così conobbi presto aspetti della vita poco gradevoli. A poco a poco, iniziai a ridimensionare la mia enorme fiducia nel mondo che stavo iniziando a conoscere. Ancora non avevo interiorizzato l’antico e saggio insegnamento che consiglia di porsi rispetto all’esistenza con animo puro come una colomba e contemporaneamente cauto come un serpente!
Una tale disposizione d’animo era certamente adatta per conoscere tutta la scala di valori morali che gli abitanti della Terra mettono in atto ogni giorno, sia quelli alti che quelli un pochino meno elevati.
Infatti, molti di loro, senza far distinzione di specie, mi accolsero con simpatia, ma molte altri mi fecero capire che non desideravano affatto la mia compagnia e neppure che girovagassi nei pressi della loro abitazione.
A volte mi scodinzolavano, altre mi mostravano i loro aguzzi canini.
A volte mi osservano con distaccato interesse, altre mi facevano sentire quanto fossero affilate le loro unghie, che così tanto misteriosamente uscivano dalle loro morbide zampette!
Non riuscivo a capire come mai ai gatti non piacesse giocare ad “acchiapparella”!
Se erano appartenenti alla specie umana spesso allungavano verso di me carezzevoli mani (vedi il caso di quella strana signora di cui vi ho fatto cenno precedentemente), a volte, invece, mostravano un’indole meno graziosa, brutale, addirittura, di certo peggiore della più feroce delle belve selvagge …
In una nebbiosa mattina invernale, con la timida luce di un sole ancora assonnato, uscì dal mio rifugio provvisorio e iniziai il mio spensierato girovagare.
Stavo attraversando un campo al limitare di una casa, quando, improvvisamente un forte rumore squarciò la tranquillità della campagna.
Boom… e i miei sensibilissimi timpani provarono un disagio indescrivibile!
Boom… e una pioggia di pallini di metallo mi caddero addosso!
Sentii, contemporaneamente una fitta sul fianco sinistro molto dolorosa e il mio istinto mi suggerì di darmela a gambe levate (… o meglio zampe…)!!!
Beh, gambe o zampe che fossero, era necessario che si muovessero in fretta, perché quel tipo, di certo appartenente alla specie umana, non aveva buone intenzioni nei miei confronti.
Quando mi sentii finalmente al sicuro, mi promisi di escludere, per il futuro, quella zona dalle mie perlustrazioni.
Ma per chi mi aveva preso, quel tipaccio? Mica avevo cattive intenzioni, io!
Lui, piuttosto, gran brutto carattere!
Poi, con ancora un po’ di affanno in petto, cercai di tranquillizzarmi:
Intanto, non avrei di certo fatto di “tutte le erbe un fascio”, … no, non era nella mia natura, … ancora credevo in un “mondo migliore”!
“Questa mattina, forse, ho avuto solo un incontro poco fortunato..”, mi ripetevo …
“… è solo un caso isolato …”.
Ad un tratto, ebbi un grande pensiero!
“Ma certo! È proprio così!” – esclamai tra me e me.
Nella mia missione di ricerca di esperienze e avventure, avevo incontrato l’uomo più triste del mondo e, nella sua buia esistenza, poverino, stava sciupando il suo “tempo terrestre” privandosi del meglio che la medesima gli offriva.
Certamente … un caso isolato…
continua…
Tratto dal libro “Agenti speciali, alieni o angeli custodi?”.
